Gli Ordini Cavallereschi

di Giorgio Aldrighetti



L'Ordini Cavalleresco dei
Cavalieri del Tempio

    L'Ordine dei Templari sorse nel 1118 in Gerusalemme, per merito di Ugo de Payens, di Goffredo de Saint-Amour e di altri gentiluomini, con lo scopo di proteggere i pellegrini contro gli assalti degli infedeli.

Baldovino II, re di Gerusalemme, concesse alla benemerita milizia una abitazione nelle vicinanze del Tempio di Salomone; da qui il nome di Templari o di Cavalieri della milizia del Tempio; nel contempo i cavalieri si obbligarono a vivere con i voti di povertà, castità ed obbedienza, ottenendo l'approvazione del patriarca di Gerusalemme, Guarimondo.

Nel 1128 l'Ordine ottenne l'approvazione anche dal Sommo Pontefice Onorio II, che confermò la regola dei Templari dettata da San Bernardo da Chiaravalle.

L'uniforme dei templari si componeva di una tunica di lana bianca, caricata da una croce patriarcale di rosso, dietro autorizzazione del pontefice Eugenio III.

Il motto dell'Ordine era invece: Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam.

Lo stile di vita dei templari pregno di pietà e valore, comportò la stima di parecchi gentiluomini che entrarono nell'Ordine , arrichendolo con diversi beni; parimenti il grande prestigio e la potenzialità economica acquisita, crearono gelosie ed invidie.

L'Ordine creò delle commende, oltre che in Terra Santa, anche nei vari Stati europei, particolarmente in Spagna, occupata dai mori, dando sempre prova di grande eroismo.

Il re di Francia, Filippo IV il bello, trovandosi con le casse delle Stato vuote ed invidioso delle immense ricchezze dei Cavalieri del tempio, architettò un disegno criminoso contro l'insigne Ordine, accusandolo di idolatria, orge ed altri azioni riprovevoli. Con uno stratagemma , fece richiamare dall'Oriente il Gran maestro dei templari Giacomo di Molay, facendolo arrestare assieme a tutti i cavalieri presenti in Francia e confiscando tutti i loro beni.

Nel maggio 1309, dopo torture ed iniqui processi, nella sola Parigi, vennero condannati al rogo 57 cavalieri che morirono protestando la loro innocenza.

Il Pontefice Clemente V, dopo titubanze e timide proteste, sempre più pressato da Filippo il bello, con una Bolla del 22 maggio 1312, abolì l'Ordine.

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