Gli Ordini considerati illegittimi

dalla Santa Sede Apostolica

 

A partire dal dopoguerra è andato crescendo in forma esponenziale l’interesse per gli Ordini cavallereschi, le Onorificenze e i Sistemi premiali da parte di tutte le classi sociali, comprese quelle che tradizionalmente ne sono state escluse.

Più volte abbiamo voluto fare capire che gli Ordini cavallereschi sono istituzioni che affondano le loro radici nel buio del medioevo con una struttura militare e religiosa, mentre d’altro canto le Onorificenze vanno considerate come strumenti di onore moderni.

A differenza del passato la ricezione negli Ordini cavallereschi appare oggi essere un’esigenza individuale non propriamente legata, anche se il fenomeno ancora esiste, a una tradizione familiare; non dobbiamo infatti dimenticare che anticamente gli Ordini cavallereschi erano esclusivo luogo d’accesso della classe nobiliare che in questo modo dava la possibilità a membri della propria famiglia di godere di un certo status connesso ad un elevato rispetto sociale e al godimento di benefici oggettivi.

Nel corso dei secoli gli Ordini cavallereschi hanno subito cambiamenti sostanziali, tanto che alcuni sono stati soppressi, oppure lasciati morire, altri addirittura abbandonati; oppure per vivere nei nostri tempi si sono adeguati alla realtà odierna e in molti casi hanno mutato gli originari scopi, o ne hanno fornito una nuova interpretazione, tanto che alcuni persino si sono trasformati in Ordini solamente religiosi, perdendo l’aspetto militare tipicamente cavalleresco.

Gli Ordini cavallereschi superstiti non hanno di fatto più nulla a che vedere con quanto rappresentavano nei secoli scorsi ma ancora oggi il loro fascino persiste nell’immaginario collettivo, incantando un folto pubblico che li collega ad un passato che ormai non è più quello.

Per il prestigio da sempre connesso agli Ordini cavallereschi, si sono ripetutamente verificati nel corso della storia fenomeni di imitazione, compiuti ad opera di persone che volevano trarre da essi un qualche beneficio morale od economico...

Ebbene è necessario affermare subito con chiarezza che trattandosi di istituzioni di carattere religioso, unicamente alla Santa Sede spetta il diritto di tutela e di riconoscimento degli Ordini cavallereschi, diritto attualmente esercitato solo nei confronti dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e del Sovrano Militare Ordine di S. Giovanni detto di Malta.

In merito all’esistenza attuale degli Ordini cavallereschi la Santa Sede tramite L’Osservatore Romano si è espressa più volte dal 15-16 aprile 1935 sino all’ultima in data 14 dicembre 1970, che ribadiva quanto già espresso il 22 marzo 1952 sulla legittimità di alcune organizzazioni, le quali si autodefiniscono "Ordini cavallereschi" generando l’apparenza di essere legate a Santa Romana Chiesa, vuoi per la somiglianza del nome con Ordini religiosi estinti, vuoi per l’appartenenza ad essi di esponenti anche di una certa importanza del clero; mentre potrebbero più propriamente e correttamente definirsi, qualora effettivamente avessero una certa tradizione storica e scopi di aggregazione umanitari, benefici e sociali, come Organizzazioni di ispirazione cavalleresca, senza ingenerare così nessuna confusione con Ordini cavallereschi inesistenti.

Nel nostro XXI secolo gli Ordini cavallereschi costituiscono ben altra cosa da quello che furono nel medioevo, ed usare il termine Organizzazione di ispirazione cavalleresca sarebbe finalmente una soluzione sincera, corretta ed onorevole che permetterebbe di richiamarsi nella nostra epoca alla storia di quell’ordine a cui ci si ispira e di cui si imitano i modelli e gli scopi, senza però millantare di essere quell’Ordine cavalleresco che nella realtà oggettiva è stato abolito, abbandonato o è scomparso.

Del resto per svolgere meritoriamente un insieme di azioni umanitarie non è certo necessario essere un Ordine cavalleresco a tutti i costi... bene ce lo insegna la Croce Rossa!

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 1 Precisazione della Santa Sede riguardante il "Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme", da L’Osservatore Romano del 1° dicembre 1976: "... Domande sono state ricevute da varie parti richiedenti ulteriori informazioni riguardo al Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme ed in particolare riguardo a come la Santa Sede vede quest’Ordine. Siamo autorizzati a ripetere le chiarificazioni al riguardo precedentemente pubblicate su L’Osservatore Romano. La Santa Sede, in aggiunta ai suoi propri Ordini Equestri, riconosce solamente due Ordini cavallereschi: il Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, denominato Ordine di Malta, e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nessun altro Ordine, sia esso istituito nuovamente o derivante da un Ordine medievale avente lo stesso nome, gode tale riconoscimento, poiché la Santa Sede non è in una posizione per garantire la sua legittimità storica e giuridica. Questo è anche il caso riguardante il premenzionato Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme che assume, in una forma quasi identica e in tale modo da causare ambiguità, il nome di Sovrano Militare Ordine di Malta".

 2 Da L’Osservatore Romano del 15-16 aprile 1935: "Da tempo viene svolta attività intesa a far rivivere e ad introdurre in Italia l’Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro ramo di Boigny, sia con l’offerta di onorificenze dell’Ordine per cavalieri e signore, sia con articoli diretti a sostenere l’esistenza dell’Ordine quale ramo francese dell’antico Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, il cui ramo italiano venne fuso nel 1572 con l’Ordine di San Maurizio. Poiché l’Ordine di San Lazzaro di Boigny, non soltanto non è riconosciuto in Italia, ma risulta, anzi, definitivamente soppresso, per lo meno sin dal 1608, ad opera del Pontefice Paolo V e del re Enrico IV, l’azione suindicata deve ritenersi illegale e sono state, pertanto, impartite le necessarie istruzioni perché sia fatta cessare, procedendo, ove occorra, nei confronti dei responsabili, ai sensi di legge.

Abbiamo già più volte avuto occasione di accennare alla fioritura di pseudo-Ordini cavallereschi, che si è notata in questi ultimi tempi in Italia e fuori. Qualunque sia la denominazione assunta da questi cosiddetti Ordini (S. Giorgio di Miolans o del Belgio, S. Maria di Nazareth, S. Maria di Bethlem, S. Lazzaro, e simili), si tratta sempre di riesumazioni di antichi Ordini cavallereschi, che sono completamente estinti, fatte da persone private le quali svolgono generalmente un’azione intensa, che finisce col sorprendere la buona fede di moltissimi, che non possono valutare al giusto punto queste iniziative sprovviste di ogni legittimità.

Il fenomeno è tanto più grave se si considera che queste iniziative, essendo poste abilmente sotto titoli di Istituzioni religiose storiche, per il più delle persone, anzichè private - come sono in realtà - possono apparire sotto l’egida della Chiesa e della Santa Sede.

Non tutti sono tenuti a sapere che gli antichi Ordini cavallereschi erano dei veri e propri Ordini religiosi, dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica, come ogni altro Ordine religioso, e costituiti da professi che emettevano i voti sacri prescritti dalle Regole, e godevano i redditi dei benefici ecclesiastici di cui erano investiti. Ma questi antichi Ordini non hanno di comune se non il loro antico titolo (quando questo è stato conservato) con le moderne decorazioni Equestri, le quali per una completa trasformazione giuridica del primitivo istituto possono sussistere in quanto un Sovrano o Capo di Stato nei limiti della propria giurisdizione dà ad esse la legittima consistenza civile.

Nulla di tutto questo nel preteso Ordine di S. Lazzaro. Sotto tale denominazione canonicamente per la Santa Sede non esiste più alcun Ordine da vari secoli. Lo aveva infatti già soppresso e incorporato all’Ordine di S. Giovanni (attuale Ordine di Malta) sin dal secolo decimo quinto; poi nel secolo decimo sesto, dopo una parziale e temporanea resurrezione, lo soppresse nuovamente come ente a sé, e lo incorporò all’Ordine di S. Maurizio (a. 1572), dando origine così all’attuale Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro.

A causa poi delle ardenti questioni politiche del tempo in Francia, non ostante le tassative disposizioni della Santa Sede, la casa priorale di Boigny, col relativo godimento di benefici ecclesiastici, riuscì a mantenersi in vita in forza esclusiva di decreti dell’autorità regia e civile. Come si vede era una posizione tutt’altro che canonica e regolare per un Ordine religioso, sia pure cavalleresco...! Ma poi quando nel 1608 il re di Francia Enrico IV, ad eliminare le continue difficoltà che sorgevano a questo proposito, ottenne dal Pontefice Paolo V il riconoscimento del nuovo Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo, attribuì anche a questo nuovo Ordine i beni, le case e le persone, che nei confini dei suoi Stati avevano già appartenuto all’Ordine di S. Lazzaro. Da ciò è avvenuto che in Francia sino alla Rivoluzione sia esistito un Ordine cavalleresco che veniva chiamato cumulativamente di Nostra Signora del Carmelo e di S. Lazzaro; mentre tale Ordine per la Santa Sede e per la Curia Romana era soltanto l’Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo. Ognuno comprende su quali labili arene sia stato costruito l’Edifizio del preteso Ordine di S. Lazzaro, oggetto del comunicato surriferito; e come siano destituiti di fondamento e di realtà i titoli di Cavalieri, Commendatori, ecc. (per i laici) e di Monsignori (per gli ecclesiastici) che si attribuiscono coloro che vengono ascritti sia ad esso, come a qualunque altro dei pretesi Ordini sopra accennati".

 3 Da L’Osservatore Romano del 21 marzo 1952: "Da qualche tempo si avverte il deplorevole fenomeno del sorgere di pretesi Ordini cavallereschi ad opera di iniziative private, che hanno il fine di sostituirsi alle forme legittime di onorificenze cavalleresche. Come altre volte già si è avvertito, questi sedicenti Ordini assumono il loro nome sia da Ordini realmente esistenti, ma da secoli estinti, sia da Ordini rimasti allo stato di progetto, sia infine da Ordini veramente fittizi e che non hanno mai avuto un qualsiasi precedente nella storia.

Per maggior confusione di idee poi da coloro, che ignorano la vera storia degli Ordini cavallereschi e la loro evoluzione giuridica, a queste iniziative private, che si dichiararono autonome, vengono anche attribuite qualifiche, che ebbero la loro ragione d’essere nel passato, o che furono proprie di Ordini autentici, approvati a suo tempo dalla Santa Sede.

Perciò, con una terminologia quasi monotona, questi così detti Ordini si attribuiscono, chi più chi meno, il titolo di Sacri, Militari, Equestri, Cavallereschi, Costantiniani, Capitolari, Sovrani, Nobiliari, Religiosi, Celesti, Angelici, Lascaridi, Imperiali, Reali, Delcassiani, ecc.

Nell’ambito di tali iniziative private, che non hanno in alcun modo una approvazione o un riconoscimento qualsiasi dalla Santa Sede, si possono annoverare i cosiddetti Ordini di: S. Maria o Nostra Signora di Betlem, S. Giovanni d’Acri, detto anche semplicemente di S. Giovanni Battista, S. Tommaso, S. Lazzaro, S. Giorgio di Borgogna, detto anche del Belgio o di Miolans, di S. Giorgio di Carinzia, del costantiniano di S. Stefano, del costantiniano Lascaride Angelico della Milizia Aurata, della Corona di Spine, del Leone della Croce Nera, di Sant’Uberto di Lorena o di Bar, della Concordia, di Nostra Signora della Pace... (a tutti questi e altri simili cosiddetti Ordini cavallereschi con le annesse Associazioni di Croci d’Oro, d’Argento, Azzurre, ecc. più o meno internazionali, devono certamente aggiungersi quelli che con qualcuno degli appellativi su accennati hanno assunto il titolo: dalla Mercede, da S. Brigida di Svezia, da S. Rita da Cascia, dalla Legion d’Onore dell’Immacolata, da S. Giorgio d’Antiochia, da S. Michele, da S. Marco, da S. Sebastiano, da S. Guglielmo, dallo storico non più esistente Ordine del Tempio, dall’Aquila rossa di S. Cirillo di Gerusalemme ecc.).

Ad evitare equivoci purtroppo possibili, anche a causa dell’uso indebito di documenti pontifici o ecclesiastici, già rilasciati per fini religiosi, o per Ordini semplicemente monastici, e ad impedire la continuazione di abusi, che poi risultano a danno di molte persone di buona fede, siamo autorizzati a dichiarare che la Santa Sede non riconosce alcun valore ai diplomi e alle relative insegne, che siano rilasciati da così detti su indicati Ordini."