Le decorazioni ecclesiastiche
Gli ordini concessi direttamente dal Sommo Pontefice sono considerati ordini cavallereschi o meglio ordini di merito statuale, comparabili a quelli degli altri Stati. Essi vogliono remunerare i servizi alla Chiesa, alla Santa Sede e allo Stato della Città del Vaticano, e vengono usati negli scambi diplomatici, per onorare i Capi di Stato e di Governo in occasione di visite ufficiali; differentemente da questi ordini esistono altre decorazioni concesse da Chiese che possono non essere considerate come equivalenti a quelle concesse dal Romano Pontefice non solo nella sua capacità spirituale, ma anche nella sua posizione temporale di sovrano dello Stato della Città del Vaticano. Queste decorazioni nel 1998 per la prima volta vennero inserite nel Registro Internazionale degli Ordini Cavallereschi (ICOC) con la denominazione di "Ecclesiastical Decorations", quali sistemi premiali delle Chiese Uniate in comunione con la Santa Sede, delle Chiese Ortodosse Orientali, o dell’Arcivescovo di Canterbury "primus inter pares" della Comunione Anglicana. Il motivo di questo inserimento che è stato ripetuto nel Registro 2006 è dovuto al fatto che abbiamo assistito in questi anni ad un aumento sostanziale nel numero delle decorazioni ecclesiastiche che vengono indossate erroneamente in società, mentre il loro uso dovrebbe essere limitato solo all’interno della Chiesa che le ha istituite, sia durante le cerimonie religiose o sociali, o quando è presente qualche autorità di quella Chiesa, o durante la visita alle loro autorità. Va ribadito che queste Decorazioni Ecclesiastiche possiedono piena validità come "riconoscimenti o onori di merito" ma solo all’interno delle rispettive Chiese che le hanno istituite. È il caso di ricordare che le decorazioni date dalle Chiese Uniate in comunione con la Santa Sede, e quelle dei Patriarchi delle Chiese Ortodosse hanno uno speciale status: non sono ordini cavallereschi - essendo la cavalleria un’istituzione secolare - ma riconoscimenti di Chiesa i cui nomi, titoli e decorazioni, spesso imitano quelli degli Ordini di Stato o degli Ordini Pontifici, unicamente commemorando i santi, e le tradizioni sacre delle Chiese Ortodosse. I Patriarchi della Chiesa Ortodossa non godettero storicamente di una qualche autorità temporale indipendente, anche se le autorità turche talvolta delegarono loro alcuni poteri temporali. Il Patriarca Ecumenico "primus inter pares" nella Chiesa Greca, era fino al 1453 nominato usualmente dall’Imperatore - a differenza del Pontefice Romano - e non rivendicò mai il diritto all’investitura della dignità imperiale. I capi delle varie Chiese Ortodosse, sia quelle in comunione col Patriarca di Costantinopoli che con la Chiesa Cattolica Romana, si divisero in vari riti, ciò nondimeno godono uno stato particolare e speciale ed è in virtù di questa condizione storica che hanno fondato numerosi riconoscimenti ecclesiastici che sono caratterizzati come Ordini ed imitano anche i titoli cavallereschi, anche se dovrebbero usare solo termini generici di premio che non ricordassero gli Ordini Statuali. Sarebbe molto meglio vedere queste Decorazioni Ecclesiastiche divise nel gradi di Croce d’Oro, d’Argento e Bronzo, o magari - per premiare l’altissimo merito - anche di Gran Croce (d’Oro, d’Argento e di Bronzo), anziché nei soliti gradi usati dagli Ordini di merito di Stato quali: Cavaliere, Ufficiale, Commendatore, Grand’Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce, termini con i quali non hanno nessuna ragione storica o di opportunità. Mi piace qui evidenziare una particolarità rappresentata dal caso dell’Ordine Patriarcale di Sant’Ignazio d’Antiochia che viene concesso a Roma e non dalla sede del Patriacato. Da qualche tempo a questa parte anche Arcidiocesi, Diocesi, Abbazie della Chiesa Cattolica e delle Chiese Orientali o giurisdizioni di Chiese Protestanti istituiscono i loro sistemi premiali locali, che sebbene legittimi come premi per riconoscere il merito dei loro fedeli non devono certo imitare gli Ordini di Stato, e devono ricordare che la loro validità è solo all’interno della giurisdizione ecclesiastica dell’autorità che li ha creati. Ovviamente non dobbiamo considerare ai fini dell’inserimento nel Registro quelle organizzazioni, spesso create come iniziativa puramente privata, che si collocano di conseguenza sotto la "protezione" di una Sede Patriarcale o di un "Arcivescovato", perchè la protezione è un attributo della sovranità che nessuna di queste sedi attualmente possiede. O la miriade dei "selfstyled" patriarchi, metropoliti, esarchi, arcivescovi, vescovi, ed addirittura antipapi che hanno istituito le loro grottesche decorazioni ecclesiastiche al solo scopo di fare soldi puntando sulla megalomania e la sciocca attitudine umana all’apparire.